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Devo riconoscere che, quando ho letto – stamani – che il ministro Maroni sosteneva l’esistenza di un traffico d’organi per i trapianti, ho trasalito. La replica – giunta a stretto giro di posta da Passarelli, presidente dell’AIDO – mia ha invece infastidito. Perché?
Perché, il tutto, mi è parso un dialogo fra pazzi.
Anzitutto, un ministro della Repubblica – va beh, sappiamo che l’Italia è oramai giunta in “basso stato”, ma pur sempre di un ministro si tratta – non dovrebbe affrontare così, alla leggera, un argomento così serio e complesso.
Il “colpo di teatro” di Maroni pare appunto questo e basta, altrimenti il ministro sarebbe dovuto intervenire in ben altro modo: indicando, ad esempio, la data nella quale avrebbe esposto il problema al Parlamento o alla commissione di riferimento. Insomma, fatti così gravi non si “gettano” così nel circuito mediatico, senza citare fonti, indagini, riferimenti.
La risposta dell’AIDO è stata speculare per inesattezze e tentativi d’insabbiare, invece, un problema esistente. Inoltre, Passarelli non comunica dati e circostanze che dovrebbe ben conoscere.
Insomma, fra l’uno e l’altro, ci sembra un discreto pudding di pressappochismo da apprendisti stregoni, dell’informazione e della materia che vorrebbero trattare.
La leggerezza di Maroni può celare semplicemente un tentativo, da leggere esclusivamente in senso mediatico, di porre la classica “sparata” al centro dell’attenzione per nasconderne altre. Viste le contraddizioni sull’eventuale riforma delle pensioni fra Tremonti e Sacconi, più la consapevolezza che la crisi economica è agli inizi e che il governo non sa che pesci pigliare, tutto torna utile quando non gioca la Nazionale.
Un secondo motivo potrebbe essere quello di dare un “giro di vite” ai vari CPT, utilizzando come spauracchio il traffico d’organi.
Sapremo presto come sono andate le cose: se Maroni citerà le fonti ed i fatti, l’allarme era giustificato. Altrimenti, se tutto finirà a tarallucci e vino, vorrà dire che se n’era inventata una nuova, tanto per tenere occupati gli italiani. Con l’Olindo e la Rosa in carcere, si stenta a trovare argomenti per smuovere un po’ le viscere, sempre assetate di nuove vicende a tinte fosche.
Siccome sono stato il primo a scrivere un libro[1], in italiano, sul traffico d’organi, vorrei fornire qualche riferimento ai lettori, del tutto disinteressato (non scrivo più per Malatempora e non percepisco diritti d’autore sul testo), sulla vicenda.
Le affermazioni di Maroni devono essere accompagnate da riscontri, altrimenti è solo terrorismo mediatico, perché in Italia non ci sono state, finora, sentenze che abbiano provato tale, turpe mercato.
Il documento più esaustivo in materia è la relazione sui Migranti stesa nel 2001 da Tana de Zulueta ed approvata all’unanimità dalla relativa commissione parlamentare, con molti complimenti (da entrambe le parti) per il lavoro svolto.
Nella relazione sono evidenziate e descritte con abbondanti riscontri le violente pratiche del mondo dei Migranti: le violenze, le sopraffazioni, i ricatti. Sul traffico d’organi, la De Zulueta cita soltanto un sospetto – non suffragato da prove (sentenze) – su un presunto traffico di giovani ritardati mentali dall’ex Jugoslavia.
Se nel 2001 c’era solo qualche sospetto, pare che così non fosse per tutti: nel centro-destra qualcuno sapeva ed ha taciuto, oppure ha fatto finta di niente e s’è dileguato. Partiamo dal principio.
Su ”Il Giornale” del 4 settembre 1995, l’ex ministro per la Famiglia del primo governo Berlusconi, Antonio Guidi, dichiarava:
«Il fenomeno è mondiale. Ma l’Italia, così com’è stata ed è un luogo di passaggio delle droghe, adesso è un punto di transito di bambini a rischio... Arrivano dai Paesi in guerra dell’Est, da quelli poveri dell’Africa. Parecchi di loro - chi può individuarne il numero? - sono destinati ad essere carne di riserva per i ricchi. Piccoli depositi di organi per i figli di chi ha denaro». Guidi, alla domanda se alcuni di questi bambini venivano mutilati per conseguenti trapianti in Italia, aveva risposto: «In Italia no, è impossibile. Ma attraversano le nostre terre come uccelli migratori, il cui destino è di essere abbattuti»
Quindi, Guidi (che è medico) sapeva qualcosa ma non volle andare oltre, proprio come fa oggi Maroni: sembrerebbero, entrambe, più dei “pizzini” che dichiarazioni di ministri.
Chi invece tace, e invece qualcosa sa, è l’attuale ministro degli esteri Frattini, poiché fu coinvolto in una vicenda che non si può certo dimenticare così, in un batter d’ali.
Tutto partì da un’inchiesta compiuta da Lorenzo Sani, giornalista de “Il Giorno”, che fu inviato in Africa per aiutare un missionario italiano dei Servi di Maria, padre Claudio Avallone, a dipanare una matassa piuttosto ingarbugliata. Sani scrisse una serie d’articoli, sul suo giornale, nella primavera del 2004: lo stesso materiale fu pubblicato sul Notiziario missionario dei Servi di Maria, pressappoco nello stesso periodo.
Presso Nampula – seconda città del Mozambico – vennero ritrovati molti cadaveri privi d’organi, malamente sepolti nei pressi di un ex aeroporto portoghese (il Mozambico era una loro colonia) ch’era stato affittato ad un sudafricano d’origine irlandese – tale Gary O’ Connor, detto ‘O Branco (Il Bianco) dalla popolazione – ufficialmente per allevare polli.
Nessuno, in quegli anni, nota un solo pollo o del mangime: in compenso, O’ Connor riattiva una pista del vecchio aeroporto e, da lì, partono voli notturni per destinazioni ignote. La vicenda è complessa e coinvolge, da un lato, ‘O Branco e la sua polizia privata (uno scenario da film di Bud Spencer e Terence Hill) e dall’altro le organizzazioni missionarie e la popolazione locale, stufa di ritrovare i corpi dei congiunti nelle boscaglie.
Come affermavo, la vicenda è complessa e ci ho dedicato un libro perché lo meritava: si sappia solo che le intimidazioni degli uomini del sudafricano giunsero all’omicidio di una missionaria luterana brasiliana.
Dopo il feroce omicidio, qualcuno iniziò ad interessarsi alla vicenda e si giunse – proprio in Italia – ad un’audizione parlamentare che si svolse nel Novembre del 2004.
Erano presenti: Gennaro Malgieri (AN), Alberto Michelini (FI), Marco Zacchera (AN), Valerio Calzolaio (DS-Ulivo) e Claudio Azzolini (FI). Era presente anche il sottosegretario Mario Baccini ed il vicepresidente (con funzioni di presidente) Dario Rivolta (che, però, non intervenne nella discussione). (Verbale n°7-00495 della III Commissione Permanente, Affari Esteri e Comunitari).
Per i missionari erano presenti Padre Benito Fusco e Suor Juliana Maria Calvo Arino, che era giunta appositamente dal Mozambico.
Sarebbe troppo lungo ripercorrere l’audizione, che dovrebbe essere reperibile nel sito della Camera: io, comunque, ne ho conservato copia e da qualche parte dovrei averla. I lettori potranno cercarla con i riferimenti che ho fornito.
Un fatto saliente, è l’impegno dell’allora (ed attuale) ministro degli Esteri Frattini ad inviare gli uomini del noto “RIS” di Parma per eseguire analisi scientifiche sui cadaveri, che altri sostenevano essere invece i resti di sanguinari riti animisti. In ogni modo, non se ne fece nulla ed il RIS rimase a Parma: qualcosa, però, Frattini dovrebbe ricordare.
Fin qui le incongruenze ed i “pizzini” di Guidi e Maroni con, in aggiunta, il silenzio dei componenti di una commissione parlamentare e di un ministro degli Esteri.
Ma, se i politici nicchiano, l’AIDO mica scherza.
Ecco cosa dichiara Passarelli, direttore dell’AIDO; il 30 gennaio 2009:
Sotto questa definizione si riunisce tutta una serie di miti, timori ancestrali, false notizie, illazioni senza conferme, falsità manifeste, Una baraonda di orrori uno peggio dell’altro che senza alcun dubbio hanno fatto presa sull’opinione pubblica ed hanno creato una situazione di allarme generalizzato che non favorisce proprio per niente la donazione altruistica.
La denuncia che viene ripetuta con maggior frequenza è quella del rapimento di bambini sacrificati o uccisi. Provengono generalmente dai paesi Latino – Americani e la loro destinazione, sottolineata con un dito accusatore,sono i paesi dell’Europa e gli Stati Uniti.
Quello che è certo e che queste denuncie cadono su un terreno propizio che gli attribuisce una certa credibilità. Centinaia di migliaia di bambini in tutto il mondo spariscono o vengono sottratti alle loro famiglie in maniera violenta o semplicemente “comprati” per essere poi venduti in adozione (i più fortunati), sfruttati sul lavoro o sessualmente o semplicemente vengono eliminati nelle vie del Brasile o della Colombia perché rappresentano un potenziale pericolo sociale.
Comunque in nessun posto al mondo è stato possibile dimostrare nemmeno un solo caso esemplificativo del problema che stiamo trattando.
In riferimento all’ultimo capoverso mi spiace smentirla, dott. Passarelli, perché i riscontri e le prove ci sono: basterebbe prestare ascolto ed informarsi.
Il primo riscontro lo troviamo in Sudafrica (quello di Mandela) negli ultimi mesi del 2003, quando la magistratura sudafricana ordina alla polizia d’entrare nel Saint Augustin Hospital di Durban, una struttura privata, per verificare la nazionalità dei malati ed il tipo d’intervento per il quale sono stati ricoverati.
Nelle corsie c’è un pudding internazionale: brasiliani, europei, israeliani…e sono tutti nell’attesa di ricevere un organo per il trapianto. E, ci teniamo a precisarlo, non solo reni. Da dove provengono gli organi?
In uno studio presentato il 18 aprile 2002 da due ricercatori dell'ISS, l'Istituto di Studi per la Sicurezza, al seminario sul crimine organizzato e la corruzione nell'area meridionale dell'Africa svoltosi a Pretoria, un capitolo è dedicato appunto al traffico di organi umani.
Secondo i ricercatori, Peter Gastrow e Marcelo Mosse, in Mozambico operano «almeno dieci bande criminali, composte da uomini e donne con contatti anche nei Paesi vicini, che si dedicano alla tratta più macabra e raccapricciante che si possa immaginare.[2]»
Il secondo è la testimonianza del dott. Michael Friedlaender – primario di nefrologia all'Hadassah University Hospital di Gerusalemme – il quale afferma tranquillamente che «circa il 25% dei pazienti ha acquistato all'estero i reni trapiantati.[3]»
Il fatto più eclatante, però, quello che smentisce definitivamente le affermazioni di Passarelli, è frutto del lavoro di un bravo giornalista della TV turca, Mehmet Alì Onel, il quale, nel 1998, si finse alla ricerca di un rene e percorse tutta la “trafila” del traffico clandestino, per rivelare la sua identità soltanto quando stava per ricevere l’anestesia.
In precedenza, c’era stata addirittura la protesta ufficiale della Romania, poiché i turchi “battevano” i paesi dell’est alla ricerca di reni, soprattutto la Moldavia.
La scoperta di Onel, condusse alla radiazione dalla sanità pubblica turca dei dott. Sonmez e Shapira, che trovarono però subito “anime pietose”, le quali misero loro a disposizione numerose cliniche private[4].
Insomma, Passarelli, qui c’è addirittura un provvedimento ufficiale della sanità turca, una radiazione…ma…cos’altro manca?
Se vuole, ci sono anche i dettagliati resoconti dei traffici cinesi, indiani, afgani…la trascrizione di un’audizione parlamentare redatta niente meno che da Al Gore (al tempo parlamentare), il quale mette alle strette un rispettabile medico che aveva inventato un curioso espediente per il traffico clandestino. I “donatori”, entravano negli USA per “viaggi premio” e con visti turistici. E tanto altro, come il dibattito avvenuto all’interno della sanità britannica per tentare di legittimare il traffico.
Insomma, cari signori che avete inscenato sulla stampa italiana questo insipido “duetto” – non sappiamo per quali scopi di bottega – cercate almeno di salvare le apparenze. Leggete qualcosa, informatevi, non fate più queste brutte figure. Oppure, se non siete in grado di farlo, andatevene e lasciate i vostri posti a persone più degne di rappresentare l’Italia. Ne avremmo un gran bisogno.